EQUAZIONI ARTISTICHE MICHELA BURZO PER ARTIST INVASION
Equazioni artistiche
Incontriamo Michela Burzo l’illustratrice bolognese che crea delle opere utilizzando come livello decorativo foglie e petali di fiori oppure usa le verdure per stampare come possiamo vedere nell’opera “omaggio a Munari”. Michela invade una delle vetrine della Fioreria e la delicatezza e l’armonia delle sue illustrazioni ben si combinano con i fiori freschi e colorati della primavera
Ciao Michela come definisci il tuo modo di fare arte?
Per me l’arte è un appassionante viaggio di scoperta e riscoperta dentro se stessi, da cui far emergere suggestioni ed emozioni. E’ permettere a qualcosa che abita dentro di noi di venire al mondo e stupirci, con un linguaggio che a volte nemmeno noi credevamo di conoscere.
Cosa ti ha ispirato il lavoro che hai fatto su Munari?
Mi ha ispirata l’idea che, modificando il nostro punto di vista sulle cose, queste possano sorprenderci. Tagliare una verdura e scovarvi dentro un fiore, o un albero in miniatura, ha stimolato la mia creatività. E mi ha fatto immaginare come un volto femminile possa “fiorire”, come dalla mente umana possa generarsi una forza creativa in grado di straripare e invadere lo spazio attorno.
La si può vedere come una metafora della creatività e dell’arte quando nutriamo la parte bella e nobile della nostra mente, e la vitalità della nostra anima.
Che importanza hanno i fiori, le piante e la natura nella tua vita?
Osservarli mi offre grandi lezioni. La natura, la sua ciclicità, il suo rinnovarsi, il suo non affrettare i tempi, perché ogni cosa ha il momento giusto per crescere ed appassire, ha dentro di sé una saggezza che la frenesia moderna tende a farci dimenticare.
Se dovessi scegliere un fiore o una pianta per rappresentarti cosa sceglieresti e perché?
Tra i fiori sceglierei il fiore di ciliegio, o Sakura nella lingua giapponese. Apparentemente è delicato e fragile, ma è contemporaneamente tenace nella sua perfezione. Rappresenta la bellezza e la caducità della vita, l’impermanenza delle cose. Il fiore di ciliegio raggiunge la sua splendida fioritura in breve tempo e in maniera ugualmente rapida lascia l'albero per ricongiungersi al suolo, il luogo da cui proveniamo.
Anni fa, in Giappone ho
assistito all'Hanami,
la festa che celebra l'osservazione degli alberi di ciliegio in fiore. E’
celebrazione di rinascita della natura, e consapevolezza della caducità.
"Hana wa sakuragi, hito wa bushi" ("tra i fiori il ciliegio, tra
gli uomini il guerriero") è un antico verso che ricorda come i samurai
avessero scelto proprio il ciliegio come loro emblema: la meravigliosa
fioritura del ciliegio ricorda la grandiosità della figura del guerriero, ma
entrambi sono di passaggio sulla terra, e la vita è meravigliosa quanto
effimera, o forse proprio per il suo esserlo.
Questo tipo di meditazioni le sento molto mie, e mi aiutano a godere del presente, come di ogni attimo unico ed irripetibile.
Tra le piante quella che mi colpisce particolarmente è il Ginkgo Biloba. Ne ho uno vicino casa, e ogni volta che gli passo vicino non posso fare a meno di alzare lo sguardo per ammirarlo, o di chinarmi a raccoglierne qualche foglia.
Il Ginkgo Biloba è stato definito un fossile vivente poiché le sue origini lo fanno risalire a milioni di anni fa, ed è simbolo di resistenza e di rinascita. Di speranza. Basti pensare che alcuni esemplari sono sopravvissuti alla devastazione provocata dalla bomba atomica su Hiroshima. Questo li ha resi dei veri e propri monumenti alla vita.
Mi colpisce molto, di questa pianta, anche la forma delle foglie, divise in due lobi (da qui “biloba”). Lo stesso Goethe rimase così impressionato da questa pianta da dedicarle una poesia:
«La foglia di quest'albero,
dall'oriente affidato al mio giardino, segreto senso fa assaporare così come al
sapiente piace fare.
È una sola cosa viva, che in se stessa si è divisa? O son due, che scelto
hanno, si conoscan come una?
In risposta a tal domanda, trovai forse il giusto senso. Non avverti nei miei
canti ch'io son uno e doppio insieme?»
Ancora una volta, osservando la natura, osserviamo noi stessi.
ENGArtistic Equations.
We meet Michela Burzo Illustrator from Bologna that creates ‘relief' usesing petals and leaves and employes vegetables to print as we can see from the piece title “homage to Munari" Michela invades the of the shop Window in Fioreria and the subtlety and harmony of her work blend beautifuly with the fresh spring coloured flowers.
Hello Michela how would you define your way of doing art ?
For me art is a fascinating discovery and rediscovery of oneself, from where we can let our emotions surface.It is the possibility to let something that dwells in us to come into the world and suprise us, in a language that at times we didn’t think we knew.
What inspired the work you produce on Munari ?
I was inspired by the idea that modifying out point of view we could be suprised Cutting a vegetable and discovering a flower or miniature tree inside stimulated my creativity.It made me imagine how a womans face could “flower" just as the human mind can generate a creative force capable of invading and overflowing in the surrounding space.
We can see it as a metaphor for creativity and art when we nourish the beautiful and Nobel part of our mind and the vitality of our soul.
What importance do flowers, plants and nature hold for you ?
I learn a lot by observing them.Nature cycles, its' Renewal, its slow rhythm, because everything has its right time for growth and decay. It holds a wisdom within that modern life makes us forget.
If you had to choose a flower or plant that represents you which one would you choose and why ?
Amongst flowers I would choose the Cherry blosom. In its appearance so delicate and fragile but at the same time tenacious in its imperfection.It rappresents beauty and the tansitory nature of life and its fugacity. The Cherry flower reaches its maximum splendore in a very brief time and in an equally brief time falls from the tree to meet the soil, the place from where we originate.
Years ago in Japan, I tool part in Hanami, the yearly ritual of observing the Cherry trees in flower.It is a celebration of rebirth and the awhereness of its fall.”Hana wa sakuragi, hito wa bushi"(“among flowers the cherry blossom, among men the warrior") it is an ancient verse that reminds us how the Samurai had chosen the Cherry as their emblem:the wonderful blossoming of the Cherry reminds us of the greatness of the Warrior, yet both are on lifes fleeting journey, and maybe life is wonderful because of this .
This sort of meditation I can relate to as my own, it enables me to enjoy the present, as every instant is unique and unrepeatable.
Amongst plants, the one that strikes me most is the Ginko Bilboa.There is one near my home, every time I pass by I can't help raising my glance to look at it or to kneel down and pick a leaf.
The Ginko Bilboa has been defined as a living fossil because its origin goes back milions of years, and symbol of resistence , rebirth and hope.Just think this plant survived the devastation of the Hiroshima atomic bomb .This renders them monuments of survival.
I am also quite struck by the shape of the leaves in this plant, divided in two lobes ( from this “biloba")
Even Goethe so impressed by this plant dedicated a verse:
“The leaves of this plant, trusted to my garden from the east,secret senses let us taste as the connoisseur adores.
It is one living thing, that divides itself? Or is it two that have chosen to know each other as one?
Replying to this question, Maybe I find the right sense.Didn't I find in my verse that I am one and double together?”